venerdì 26 marzo 2010

Mezza maratona

Manuel Roca ha corso in braccio al vento la corsa perfetta. Partenza a razzo e passo mantenuto per 21 Km. Il sole era uno scudo distorto a riparo del buio. Il cielo un mare colorato d'azzurro. La gente tante braccia stese ai bordi della strada. E Manuel Roca un esaltato invaso dalla sua stessa adrenalina che l'ha travolto dal primo occhio che ha aperto alla mattina. Insegue il dolore dei suoi muscoli, guarda le fibre che si estendono, stendono. La testa pendola, la testa corre nel prossimo Km e Manuel Roca la rivuole indietro. Il respiro frusta la trachea, su e giu', sulla schiena, per le narici. I piedi battono il terreno ma Manuel Roca non li sente. Gli occhi guardano ma lui non vede niente, neanche le montagne che gli gridano nelle orecchie di correre piu' forte. E poi l'acqua del lago, calda come il soffio del vento. Riflette la fatica e il dolore che Manuel Roca non vede e nemmeno sente. Corre in 3 minuti e 31 secondi ogni Km sapendo che il tempo alla fine sara' mostruosamente buono. E cosi' e' stato. 1 ora 14' 35". Si e' detto che il percorso fosse corto e con ogni probabilita' lo era ma la cosa piu' importante era come Manuel Roca si sentiva.

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