martedì 15 giugno 2010

De andre'

Sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora... Fabrizio De Andre' l'ho visto in concerto a Bergamo. Non ricordo molto del concerto se non la persona con cui ci sono andato che e' anche la persona che m'ha regalato il biglietto.
Scorro con il fiume che corre alla mia sinistra. Un uomo sta pulendo una barca a pochi metri d'acqua dalla diga. Il Cam e' un fiume con tante porte quanti sono i ponti. M'appassiona vedere le acque che si muovono appena, come se fosse uno stagno allungato, una lingua d'acqua. Guardo un cigno colorare il pelo dell'acqua mentre perfeziona un decollo. Va pensiero sull'ali dorate... Quelle del cigno sono ali bianche ma i miei pensieli vanno che e' un piacere. Io li guardo in continuazione, presenza costante sulla mia corsa. Sulle gambe che si stendono, sul battere che fanno i piedi sul terreno, sul cielo che cambia di forma e sulle voci provenienti dal mio MP3. Ora il fiato zoppica.
In mezzo a due secondi c'e' il tempo presente, l'unico a cui posso dare del tu. Lo guardo negl'occhi, e' una foto nitida di colori, odori, rumori e molto altro. E' una foto come quella che mostra il fiume Cam dal ponte che attraverso ogni mattina per andare al lavoro e la sera per tornare a casa.

Nessun commento: