In fin dei conti, Manuel Roca e' sempre stata una persona priva di spirito competitivo; la competizione non ha quasi mai condizionato le sue scelte. Quando correva da giovane, aveva preso la competizione come un gioco di societa', stare con amici e compagni di squadra. Li aveva capito alcuni concetti come il desiderio di supremazia, la voglia di affermazione, l'umiliazione del piu' debole. Malgrado questo non ha mai smesso di confrontarsi con gli altri, di giocare. Giocare in solitario accanto agli altri, con regole e tempi possibilmente suoi. Troppo comodo? Non sempre, anzi, mai. Da qui l'idea di Pecol, il confrontarsi con gl'altri ma solo per gioco, senza prendersi troppo sul serio. Il desiderio di mettere alla prova i propri limiti, desideri, motivazioni, e cosi via. Manuel Roca era gia' partito con il pensiero. L'occasione. La magnifica occasione. D'altronde, appena comincia a pedalare ritrova il buon umore Manuel Roca. Pedala lungo le strade, alle volte deserte, della regione di Mato Rujo respirando a pieni polmoni il vento che spesso spazza queste terre. Rimane incantato della sinfonia di colori che ogni giorni gli riempie la vista. Ha scelto una forma di vita diversa, piu' libera, piu' meditativa. Piu' in sintonia con la natura. Considera la vita come fosse sempre un grande supermercato dove prendi dieci e paghi tre. O meglio, va gia' bene se riesce a prendere due. Il filosofo che c'e' in lui prende forma. Manuel Roca vive bene del due e considera i restanti otto una mera e inutile illusione, frutto di una miopia generalizzatta e di una impotenza degli individui.
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