mercoledì 2 settembre 2009

Pista d'atterraggio

Il cadere della pioggia, l'altelena su cui e' salito l'umore di Manuel Roca, le faccie insopportabili di chi gli sta accanto. Respira, piano. E ascolta il cuore. Se solo ci fosse piu' luce in questa stanza, pensa Manuel Roca mentre s'aggiusta gl'occhiali sul naso. Pensa al disfacersi del mondo, al continuo disintegrarsi di idee e pensieri che non riesce a fermare in testa. Ha corso dietro ad un delirio in questi giorni, una pazzia dal profumo nauseante. Ed ora si stropiccia gli occhi e l'immagine che si ritrova davanti e' quella di un bagliore accecante che toglie ogni possibilita' di inquadrare qualsiasi cosa reale. Un'aereo attraversa sbilengo lo schermo su cui si proietta il sogno, cerca la pista dove atterrare. Questa si trova nel campo di fronte a casa sua. Esce il carrello, fumando le ruote si appoggiano sull'asfalto. Spalanca gli occhi, la punta della biro suda d'inchiostro e le parole zoppicano sul foglio. Aspetta. Attraversa col pensiero il bosco del tempo, grondano i secondi dagl'alberi come diamanti preziosi. Cupo il rintocco del campanile lo avvisa che il cuore rimbomba nella cassa toracica. S'accontenta di sentirlo mentre l'ansia gli ruba uno spicchio di respiro. Lo ingoia a fatica mentre gli occhi guardano lontano. Nelle voci dei passanti vede un senso di vuoto, lo scruta e s'accende un pensiero. E' legato ad un palo, pochi stracci gli coprono il corpo. Gli occhi accesi sul mondo che si spegne. Immobile, inutile, impotente, sorretto da una sola corda. In bilico tra la felicita' e la piu' buia depressione. La galleria che percorre prima della luce lo copre di verita'. Il buio lo assiste nel suo percorso alla ricerca della piu' profonda malinconia. Lo scorrere lento di immagini nostalgiche, le montagne disegnate con penna stilografica, il fiume annegato in un pianto, i fiori stesi al sole come panni profumati. E ride Manuel Roca. Ride la sua rabbia a denti stretti mentre si sciolgono nodi di relazioni di sangue. Immobile sente gli occhi che vagano in cerca di un punto su cui poggiare il futuro. Sprofonda, affonda in un onda. Rincorre le rime Manuel Roca con dita piene d'ansia, sui tasti del suo piano, tra le corde della sua chitarra, nell'aria che respira. Sputa voce di veleno.

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