Giornata di riposo. Le gambe ne avevano bisogno piu' che la testa che sembra gia' pronta a rincorrere Km sulla strada per Pecol. I muscoli sentono il peso del lavoro svolto in questi giorni.
La notte e' stata una favola di sogni che ora Manuel Roca non puo' ricordare. Bello svegliarsi e prendere un libro in mano per cominciare la giornata con un po' di letteratura. Domani e' un altro giorno, impegnativo, ma se il programma verra' mantenuto ci sara' quell'impareggiabile senso di appagamento che segue una grande giornata in bici.
Manuel Roca ha un forte senso d'insofferenza nei confronti della gente attorno a lui. In questi giorni, e' piu' forte che mai. Non sopporta questo agitarsi per cose che potrebbero essere affrontate con altro sentimento e con il sorriso sulla bocca.
Manuel Roca pensa che se fosse nato in riva al mare sarebbe partito forse a cercare gli orizzonti seghettati e aguzzi delle montagne. Invece e' nato al cospetto delle Alpi e, sente per questo, una forte attrazione per il grande elemento marino. In una sua vita neanche troppo lontana Manuel Roca visse in una cittadina della costa Andalusa. Li, aveva goduto di uno dei periodi piu' belli della sua intera esistenza. C'era una luce a Fuengirola che non aveva mai visto prima. Una luce chiara, appoggiata sopra il mare quasi a carezzarlo. Una luce come un orgasmo che nasce, capace di rendere seducente anche i palazzi riempiti dai turisti provenienti dal Nord Europa. Comincio' Manuel Roca a coltivare in quel periodo, con compiaciuta consapevolezza e intima esaltazione, la sua diversita', che altro non era se non la disposizione, che poi divenne un vizio, a giocare con se stesso piuttosto che con gli altri. Il soliloquio silenzioso al posto del dialogo troppe volte chiassoso. Capiva Manuel Roca che la societa' ricattava: se non giochi con me e non fai tutto quello che a me piace e a me serve, non mangi. In quel periodo, Manuel Roca si rese conto di possedere l'ironica certezza di sopravvivere. Per ora ce l'ha fatta, Manuel Roca.
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