Attraversa, Manuel Roca, lo spazio di tempo che lo porta a raggiungere quell'impareggiabile stato di ben'essere mentale e fisico. Sei ore e ventitre minuti in bicicletta per un totale di 186 Km. L'eroe Masetti sarebbe stato contento di una pedalata di questa entita'. Se avesse fatto parte di uno dei suoi viaggi sarebbe stata sicuramente una giornata da considerare positiva. Partendo da Milano avrebbe potuto raggiungere Aosta o Cesana Torinese, in altre parole si sarebbe trovato a pochi passi da Svizzera o Francia.
Non e' neanche tanto stanco Manuel Roca che pensa gia' a quello che fara' domani; probabilmente lo stesso che ha fatto oggi. Seduto sul sofa' con il suo laptop sulle gambe medita sul fatto che la meraviglia la si puo' trovare, a saperlo fare, svoltato l'angolo. Non serve un'astronave o quant'altro di simile. A Manuel Roca gli basta la sua bicicletta, il suo pedalare, il paesaggio che si srotola a 30 Km orari, il profilo di un albero vestito di foglie verdi in mezzo ad un campo, la corsa di cavalli su per un pendio. Ha capito Manuel Roca, mentre respirava la meraviglia, che il mito del posto di lavoro, della carriera costruita accumulando ore straordinarie e risparmi, da una parte, e un debito incommensurabile dall'altra, credendo in una sicurezza che non c'e', in un futuro che non esiste - ebbene: e' una grande presa in giro. Lavora Manuel Roca, ha una casa di cui paga un mutuo ma tutto nella ricerca della massima sobrieta'. Senza smanie del possedere o del mostrare. Oggi, Manuel Roca puo' dire di essere piu' ricco di quanto avrebbe potuto anche solo immaginare. Ricco di una ricchezza interiore, della consapevolezza delle sue azioni, del suo agire, del suo pensare, della genuinita' dell'esercizio fisico. Sente parlare di progresso attorno a lui. Manuel Roca non crede piu' alla possibilita' di un progresso per l'uomo. Gia' aveva dubbio che ci fosse mai stato. Come poteva essere possibile chiamare progresso quello di pochi privilegiati ai danni dell'umanita' rimanente? Era pronto a trattare a male parole chiunque parlasse di progresso e, soprattutto, chiunque affermasse che il tempo e' denaro. Ma poi, bastava che si guardasse attorno per capire che non avrebbe mai trovato corda sufficiente per sostenere le proprie idee.
Non e' neanche tanto stanco Manuel Roca che pensa gia' a quello che fara' domani; probabilmente lo stesso che ha fatto oggi. Seduto sul sofa' con il suo laptop sulle gambe medita sul fatto che la meraviglia la si puo' trovare, a saperlo fare, svoltato l'angolo. Non serve un'astronave o quant'altro di simile. A Manuel Roca gli basta la sua bicicletta, il suo pedalare, il paesaggio che si srotola a 30 Km orari, il profilo di un albero vestito di foglie verdi in mezzo ad un campo, la corsa di cavalli su per un pendio. Ha capito Manuel Roca, mentre respirava la meraviglia, che il mito del posto di lavoro, della carriera costruita accumulando ore straordinarie e risparmi, da una parte, e un debito incommensurabile dall'altra, credendo in una sicurezza che non c'e', in un futuro che non esiste - ebbene: e' una grande presa in giro. Lavora Manuel Roca, ha una casa di cui paga un mutuo ma tutto nella ricerca della massima sobrieta'. Senza smanie del possedere o del mostrare. Oggi, Manuel Roca puo' dire di essere piu' ricco di quanto avrebbe potuto anche solo immaginare. Ricco di una ricchezza interiore, della consapevolezza delle sue azioni, del suo agire, del suo pensare, della genuinita' dell'esercizio fisico. Sente parlare di progresso attorno a lui. Manuel Roca non crede piu' alla possibilita' di un progresso per l'uomo. Gia' aveva dubbio che ci fosse mai stato. Come poteva essere possibile chiamare progresso quello di pochi privilegiati ai danni dell'umanita' rimanente? Era pronto a trattare a male parole chiunque parlasse di progresso e, soprattutto, chiunque affermasse che il tempo e' denaro. Ma poi, bastava che si guardasse attorno per capire che non avrebbe mai trovato corda sufficiente per sostenere le proprie idee.
Nessun commento:
Posta un commento