venerdì 2 gennaio 2009

Alex Bellini

Manuel Roca e' appena tornato a casa dopo una giornata di lavoro. S'e' chiuso nel suo mondo, dove puo' essere semplicemente se stesso. Non mente quando e' seduto in casa sua, Manuel Roca. L'ispirazione e' un lampo che acceca e che vuoi descrivere. Come un lampo che ti cade davanti senza preavviso. La penna o la tastiera raccolgono quello che hai da dire. Ha remato per 10 mesi, dal Peru all' Australia nell'Oceano Pacifico. Uno sforzo incredibile, un lavoro di braccia, di gambe e soprattutto di testa. Manuel Roca si chiede se la sfida e' stata vinta ho persa. Alex e' stato recuperato a 65 miglia dalla costa e quindi non ha raggiunto la sponda Australiana. Se lo chiede e poi risponde che forse questa non e' la cosa piu' importante. Secondo Manuel Roca la cosa piu' importante e' la prova, la sfida, quella sfida che Manuel Roca ha deciso d'abbandonare da un po' di tempo a questa parte.Le parole scorrono, cercano di descrivere idee, stati d'animo, azioni e tutto cio che ci circonda ma a Manuel Roca gli sfuggono. Le usa ma non riesce ad ordinarle, ne conosce il potere ma si fa intimorire. Una sfida col mare e con se stesso, una sfida vinta. Un simbolo di liberta; di coraggio, di perseveranza. Manuel Roca ha creduto di leggere che Alex abbandonasse la sua avventura ma rileggendo attentamente ha capito che lo stesso decideva di approdare in qualsiasi luogo dell'Australia e non a Sidney come era da programma. Per caso una donna ci chiamava Gioconda? Osserva le gambe che camminano. Verso dove? Non lo sparemo mai. S'e' messo a pensare e ha buttato giu' le sue idee. Il mondo s'e' messo a correre, s'e' fermato ed ora e' ripartito. L'urlo e' stato feroce, da pelle d'oca.