martedì 30 giugno 2009

L'infinito

Spinge potente sui pedali Manuel Roca, per fare appunto potenziamento. Potenziamento di quelle fasce muscolari che serviranno sul percorso di Pecol. 3 ore in sella sotto un sole gia' molto caldo alle 6 di mattina. Per questo motivo ora sente le palpebre pesanti e le gambe indolenzite. La strada e' quella per Pecol. Non e' dritta, e neanche piatta. La fatica scorre di vena in vena, passando per il cuore. La testa e' l'unico organo che ancora non sente la stanchezza. Determinazione si chiama e Manuel Roca respira forte l'aria pura dello sforzo fisico. Si esalta in questo stato che lo porta ad avvicinarsi ai suoi limiti. Per esempio, stamattina c'e' stato spazio per una volata a tutta. Il virtuale arrivo era posto sulla somma di un cavalcavia. Lanciato sopra i 40 Km/h per un pezzo di strada prima dell'impennata finale. A 150 mt. butta, Manuel Roca, tutta la forza sui pedali. Come la carica di una mandria di bufali lanciati nella prateria. Un proiettile sputato dalla canna di un fucile. Butta la rabbia sui pedali, i muscoli diventano fruste furiose, i nervi si tendono come cavi di una gru in tiro. S'abbatte sul colle 'che da tanta parte de l'ultimo orizzonte il guardo esclude'. Sembra voglia spianarla quella piccola collina Manuel Roca. Spinge, stantuffa, soffia, si tende, pulsa, scuote, vibra e mantiene i 40 km/h fino in cima alla somma del cavalcavia. Tira un lungo respiro, come una diga che apre la bocca, un occhio che guarda nel buio. Raccoglie l'aria tutta attorno Manuel Roca, con foga, avido. Si riempiono i polmoni, l'ossigeno spalanca le porte dei bronchi. Respira ora, Manuel Roca.
Astenersi. Per Manuel Roca la questione intelletuale era fermarsi. Astenersi dal correre dietro a miraggi di futuri radioso. Dietro a bandiere e maestri di un qualsiasi ordine nuovo. Non credere naturalmente. Senza Dio, senza politica, senza patria. Manuel Roca vive dentro se stesso e per se stesso. Fermarsi. Mettere un embargo sul progredire. Anche sulla famosa questione morale si poteva ridurre al non-fare. Non fare il male - e non tanto 'fare il bene', che Manuel Roca non ha mai ben capito come si possa farlo e a chi. Si astiene dal desiderare, causare, volere il male, sia per se stesso sia per gli altri esseri viventi, tutti: animali compresi. Una concezione della realta' un po' superficiale quella di Manuel Roca ma che gli ha fatto sempre amare la vita. L'evoluzione della societa' gli ha sempre dato torto, facendogli sentire quanto fosse ingenuo e sognatore. La cosa non lo tocca affatto e imperterrito prosegue con il suo 'operare con il non-agire'. In definitiva, Manuel Roca continua a pensare che l'uomo sia comunque un grande, perche' tutto cio' che intraprende sia comunque inutile.

domenica 28 giugno 2009

Ogni sera arriva la notte

Fatta. Sono quasi 30 ore di sport quelle che Manuel Roca ha fatto questa settimana. Stamattina ha terminato l'impresa con 188 Km con un tempo attorno alle 6 ore e 30. E' soddisfatto Manuel Roca, ha avuto buone sensazioni e non vede l'ora di vedere i benefici di questi giorni intensi.
La giornata e' iniziata con una nebbia fitta che ha fatto compagnia a Manuel Roca per un paio d'ore. In pratica dalle 5 alle 7. Quando la nebbia s'e' staccata da terra, Manuel Roca ha incontrato l'amico Frank Lagache con qui ha pedalato per quasi 4 ore. La prima di queste ore e' stata abbastanza difficile per Manuel Roca perche' Frank Lagache aveva un passo spedito e sicuro. Manuel Roca sentiva nelle gambe la fatica accumulata in settimana ed ha temuto il peggio. Solo quando sono entrati nella parte collinare del percorso, Manuel Roca ha cominciato a sentirsi meglio. Per le ultime due ore s'e' unito anche l'amico Penkish che alla fine s'e' complimentato con Manuel Roca per la piccola impresa. Pecol fa sempre meno paura.
Manuel Roca cominciava ad avere un'idea chiara sul fatto che l'essenza del vivere era l'errore. Secondo lui, l'uomo e' forse l'unico essere incapace di fare le cose giuste per costruirsi un'esistenza degna, degna delle possibilita' che ha; mentre invece e' impegnato a distruggere sempre e comunque, a soffocare la vita propria e quella altrui. Per lui la vera differenza tra stupidita' e saggezza si riduceva forse a questo: nella prima si commettono sempre gli stessi errori, nella seconda errori sempre nuovi. Manuel Roca decide d'appartenere alla seconda categoria. S'impegnava a commettere errori sempre nuovi anche se non credeva d'esservi riuscito.
C'erano giorni in cui Manuel Roca rincasava con il sentimento che la vita fosse tutto uno spreco idiota, l'assurdo logoramento di quanto non prendera' mai forma. Torna a casa in quelle giornate con l'intera Mato Rujo in gola, come se questa fosse lo sputo d'un altro. Credeva che la salvezza fosse proprio andarsene altrove ogni volta che questo sentimento faceva capolino nei suoi pensieri ma poi, ritornava ad essere lucido. Desiderava allora impegnarsi perche' rinascesse ogni mattina. Osservare ogni sera arrivare la notte, e il sole la mattina seguente. Manuel Roca pensa che e' alla mattina che bisogna essere ebbri, non la sera. Stupirsi ogni giorno di avere due mani, prodigi articolati capaci di sentire gli oggetti, di cogliere l'indifferente intimita' delle cose. E di accarezzare corpi. Ciononostante partecipava, Manuel Roca ad alcuni riti sociali, ma sempre di meno. Li accettava ma li prendeva come un gioco.

sabato 27 giugno 2009

La meraviglia

Attraversa, Manuel Roca, lo spazio di tempo che lo porta a raggiungere quell'impareggiabile stato di ben'essere mentale e fisico. Sei ore e ventitre minuti in bicicletta per un totale di 186 Km. L'eroe Masetti sarebbe stato contento di una pedalata di questa entita'. Se avesse fatto parte di uno dei suoi viaggi sarebbe stata sicuramente una giornata da considerare positiva. Partendo da Milano avrebbe potuto raggiungere Aosta o Cesana Torinese, in altre parole si sarebbe trovato a pochi passi da Svizzera o Francia.
Non e' neanche tanto stanco Manuel Roca che pensa gia' a quello che fara' domani; probabilmente lo stesso che ha fatto oggi. Seduto sul sofa' con il suo laptop sulle gambe medita sul fatto che la meraviglia la si puo' trovare, a saperlo fare, svoltato l'angolo. Non serve un'astronave o quant'altro di simile. A Manuel Roca gli basta la sua bicicletta, il suo pedalare, il paesaggio che si srotola a 30 Km orari, il profilo di un albero vestito di foglie verdi in mezzo ad un campo, la corsa di cavalli su per un pendio. Ha capito Manuel Roca, mentre respirava la meraviglia, che il mito del posto di lavoro, della carriera costruita accumulando ore straordinarie e risparmi, da una parte, e un debito incommensurabile dall'altra, credendo in una sicurezza che non c'e', in un futuro che non esiste - ebbene: e' una grande presa in giro. Lavora Manuel Roca, ha una casa di cui paga un mutuo ma tutto nella ricerca della massima sobrieta'. Senza smanie del possedere o del mostrare. Oggi, Manuel Roca puo' dire di essere piu' ricco di quanto avrebbe potuto anche solo immaginare. Ricco di una ricchezza interiore, della consapevolezza delle sue azioni, del suo agire, del suo pensare, della genuinita' dell'esercizio fisico. Sente parlare di progresso attorno a lui. Manuel Roca non crede piu' alla possibilita' di un progresso per l'uomo. Gia' aveva dubbio che ci fosse mai stato. Come poteva essere possibile chiamare progresso quello di pochi privilegiati ai danni dell'umanita' rimanente? Era pronto a trattare a male parole chiunque parlasse di progresso e, soprattutto, chiunque affermasse che il tempo e' denaro. Ma poi, bastava che si guardasse attorno per capire che non avrebbe mai trovato corda sufficiente per sostenere le proprie idee.

venerdì 26 giugno 2009

Fuengirola

Giornata di riposo. Le gambe ne avevano bisogno piu' che la testa che sembra gia' pronta a rincorrere Km sulla strada per Pecol. I muscoli sentono il peso del lavoro svolto in questi giorni.
La notte e' stata una favola di sogni che ora Manuel Roca non puo' ricordare. Bello svegliarsi e prendere un libro in mano per cominciare la giornata con un po' di letteratura. Domani e' un altro giorno, impegnativo, ma se il programma verra' mantenuto ci sara' quell'impareggiabile senso di appagamento che segue una grande giornata in bici.
Manuel Roca ha un forte senso d'insofferenza nei confronti della gente attorno a lui. In questi giorni, e' piu' forte che mai. Non sopporta questo agitarsi per cose che potrebbero essere affrontate con altro sentimento e con il sorriso sulla bocca.
Manuel Roca pensa che se fosse nato in riva al mare sarebbe partito forse a cercare gli orizzonti seghettati e aguzzi delle montagne. Invece e' nato al cospetto delle Alpi e, sente per questo, una forte attrazione per il grande elemento marino. In una sua vita neanche troppo lontana Manuel Roca visse in una cittadina della costa Andalusa. Li, aveva goduto di uno dei periodi piu' belli della sua intera esistenza. C'era una luce a Fuengirola che non aveva mai visto prima. Una luce chiara, appoggiata sopra il mare quasi a carezzarlo. Una luce come un orgasmo che nasce, capace di rendere seducente anche i palazzi riempiti dai turisti provenienti dal Nord Europa. Comincio' Manuel Roca a coltivare in quel periodo, con compiaciuta consapevolezza e intima esaltazione, la sua diversita', che altro non era se non la disposizione, che poi divenne un vizio, a giocare con se stesso piuttosto che con gli altri. Il soliloquio silenzioso al posto del dialogo troppe volte chiassoso. Capiva Manuel Roca che la societa' ricattava: se non giochi con me e non fai tutto quello che a me piace e a me serve, non mangi. In quel periodo, Manuel Roca si rese conto di possedere l'ironica certezza di sopravvivere. Per ora ce l'ha fatta, Manuel Roca.

giovedì 25 giugno 2009

La bicicletta

Negl'ultimi 4 giorni Manuel Roca ha totalizzato quasi 500 km sulla strada per Pecol. E' molto soddisfatto di questo e non vede l'ora di finire questa settimana di lavoro con due lunghi Sabato e Domenica.
Stamattina, tanta salita e tante ripetute in pianura per finire con un'oretta piu' leggera con l'amico Penkish.
Mentre misurava il suo respiro tra una ripetuta e l'altra ammirava Manuel Roca la sua macchina meravigliosa e silenziosa: un'amica fedele, un'animale di metallo che cura con tutto l'amore possibile. Non si sente in pericolo quando sta con lei, si sente protetto. Quanto incontra un'automobilista che impreca, lo lascia imprecare. Quando incontra un cane che abbaia, lo lascia abbaiare. Piove? E lascia piovere. Tira vento? E lascia che tiri! Nel suo piccolo mondo, con la sola forza di volonta' e cn scarsi mezzi compie grandi imprese ogni mattina che esce con la sua Colnago C40 Manuel Roca. Potrebbe servire da esempio a tanti poltroni, pretenziosi, incontentabili, vanitosi, i quali, magari provvisti di mezzi migliori non sono capaci di concludere nulla, e passano su questo mondo inutili, annoiati e noiosi a se' stessi ed al prossimo. Manuel Roca e' un uomo felice. Egli sa bastare a se stesso; non desidera piu' di quanto ha; sa di essere amato dai parenti, dagli amici, da quanti lo conoscono; ha ciclovagato per Italia, Spagna, Francia, Inghilterra, Mato Rujo, Belgio e Olanda trovando questi posti belli; ha incontrato delle difficolta', e le ha superate; ha incontrato degli ostacoli, e s'e' dimostrato all'altezza; non si e mai sconfortato; si accontenta sempre di tutto, ma sa anche voler tutto. Il filosofo greco Diogene ebbe la melanconia di chiudersi in una botte, e passo' la vita brontolando. Manuel Roca, non piu' ricco di Diogene, e' balzato in bicicletta, e percorso mille e mille strade sorridendo. Al pessimismo poltrone, al fatalismo ozioso, preferisce sempre l'energia indomabile, la volonta' allegra, le audaci imprese. Subito ha compreso le straordinarie possibilita' di esplorare il mondo, conosciuto o meno, in piena liberta', senza vicoli di sorta. Esclusivamente con la potenza dei propri muscoli e con la forza della propria audacia e intraprendenza.
Pecol non e' poi cosi lontana.

martedì 23 giugno 2009

Il cavaliere

Anche oggi il programma verso Pecol e' stato rispettato. Manuel Roca ha passato piu' di 6 ore in sella della sua Colnago C40 che come sempre s'e' fatta guidare fedele dal suo cavaliere. Non e' stata facile. Le prime 5 ore sono apparse leggere come sacchi di piume ma, nell'ultima ora i sacchi si son riempiti di sassi. Era la prima volta che Manuel Roca doppiava la boa delle 5 ore e chiaramente il corpo non era preparato a questo stimolo. Il momento piu' difficile e' stato a circa 20 minuti da casa quando improvvisamente ha sentito un senso di vuoto e di fiacchezza inaspettata. Ha visto anche tutto bianco per un istante, mentre le mani hanno cominciato a formicolare inspiegabilmente. Per fortuna Manuel Roca aveva ancora una barretta energetica in tasca che ha subito divorato. Per 5 minuti il senso di spossatezza e' proseguito ma dopo questi interminabili momenti Manuel Roca s'e' ripreso. Le mani han continuato a formicolare ma per lo meno ha potuto arrivare a casa ancora in forze. Prendendo l'ascensore, Manuel Roca s'e' guardato nello specchio vedendo qualcuno che faticava a riconoscere. La fatica e lo sforzo cambiano i lineamenti, il sale attaccato alla pelle ne modifica il colore. Gli occhi non si sono soffermati a lungo su questa immagine per non portare alla mente un'idea sbagliata sull'utilita' di queste uscite estreme.
Una volta a casa Manuel Roca ha divorato un piatto di pasta e uno yogurt con cereali prima di buttarsi sul letto ancora esausto. La strada per Pecol e' questa, Manuel Roca lo sa e non vuole affatto prendere delle scorciatoie o delle deviazioni. Vuole arrivare a Pecol per la sua strada, fiero del lavoro fatto.
Manuel Roca ha iniziato la sua giornata pedalando su per la collina che domina Mato Rujo, da li s'e' guardato un po' in giro e, dopo un' istante, piantando in asso il panorama s'e' tuffato dall'altra parte dell'altura. Ha proseguito sul piano pensando che la vita doveva conquistarla giorno per giorno, e che il percorso verso Pecol si percorre pedalata dopo pedalata. Guardo' la bici e si chiese com'era possibile arrivare ad amarla sino a conoscerne ogni segreto, quasi la macchina fosse un tutt'uno con lui. Questo ciclo-impegno e' lo scopo principale della sua vita, bruciando primavere, estate e autunni sulla strada. La maggior parte delle volte, gli piace tanto pensare e pedalare da solo che gli annoierebbe anche l'interruzione di qualsiasi voce amica. Guarda la strada Manuel Roca quando si porta faticosamente verso il cielo. E seguendola rapido egli guarda, egli osserva, egli pensa. Quale educazione della mente e del cuore, qual tesoro di cognizione e di esperienze portera' a casa dal suo pedalare! Ha una salute ferrea, una costanza di una saldezza a tutta prova, un'istruzione perfetta, sono tre qualita' che gli permettono di superare qualunque ostacolo. Manuel Roca e' instancabile in questi giorni e aspetta il domani per avvicinarsi ancora un po' a Pecol.

lunedì 22 giugno 2009

Luigi Masetti

Come da programma, Manuel Roca e' salito in bici alle 5 e 50 di mattina. Il sole, ancora basso in cielo, bucava ogni tanto una fine coltre di nuvole bianche. Compagno di viaggio di Manuel Roca e' il computerino attaccato al manubrio che gli da un po' d'informazione riguardanti l'uscita. Per esempio, mostra Km fatti, media, tempo impiegato, altitudine, temperatura ed altro. Obiettivo di Manuel Roca oggi era quello di non guardare nessuno di questi parametri ma volersi regolare unicamente sull'orario di ritorno che aveva fissato per le 10 e 30. Alla fine cosi e' stato, Manuel Roca rientrava in casa appena dopo l'orario prestabilito, stanco ma contento. All'inizio dell'uscita si sentiva molto stanco, o meglio, assonnato. Credeva a una di quelle giornate 'no' in cui le gambe non ne vogliono sapere affatto di portarti in giro ma pian piano le cose sono migliorate e Manuel Roca ha finito in crescendo anche se non ha mai spinto a fondo perche' domani il programma prevede una giornata ancora piu' lunga. Le strade percorse erano praticamente senza traffico facendo godere Manuel Roca di quella tranquillita' dove puo' rincorrere i propri pensieri mentre le gambe mulinano sui pedali e smuovono le ruote, cancellando tempo e spazio. E' questo il vero scopo che stimola Manuel Roca inducendolo sulla strada quando ancora tutti dormono. Si sente un poeta sulla bicicletta, un'anarchico delle due ruote, il filosofo di una vita che ammira percorrere lentamente, pedalata dopo pedalata. Si ritiene un eroe della bicicletta con lo sguardo spalancato sul mondo che con lentezza gli succede attorno aiutandolo a superare l'inerzia quotidiana. E' eroe quando trova vento o pioggia, quando fatica su salite mozzafiato o quando si tuffa in discese strabilianti. Ama la fatica fatta per scelta, quel sapore di antico in questa vita, a volte, troppo comoda. Adora faticare sui pedali come altri faticano nei campi, nelle fabbriche o nelle miniere. Manuel Roca ha l'esercizio nella testa quanto nelle gambe e sopratutto nel cuore. Conosce poche persone 'imprigionato' da stessa passione che a volte diventa un ossessione. Un chiodo fisso che gli permette di vivere in buona salute, assecondandelo nell'apprezzamento della vita di tutti i giorni, di gustare di paesaggi che non potrebbe ammirare seduto su di un divano o al tavolo di un pub. In bicicletta tutto diventa metafora, Manuel Roca e' una creatura rilucente che taglia lo spazio e il tempo, che scatta in piedi ai pedali appena la strada s'impenna verso la disperata salita. Ha diverse foto che lo ritraggono a cavallo della sua bici. Parlano dello sforzo fatto per stantuffare i pedali, delle buche come crateri da evitare per strada e di traguardi che non son altro che i suoi sogni.
A casa Manuel Roca ha ripreso la lettura del libro che parla di Luigi Masetti, L'anarchico delle due ruote. Incredibile personaggio che ancora prima del cambio del secolo scorso ha viaggiato il mondo su di un bicicletto. Un vero eroe delle due ruote che l'hanno portato a toccare l'America, l'Asia e tutta l'Europa su strade che erano qualcosa lontano anni luce dalle strade asfaltate dei giorni d'oggi. Un vero libro d'ispirazione per Manuel Roca che sempre piu' si infervorisce per questi personaggi mitici che escono completamente dagli schemi sembrando ai piu' dei matti. Proprio come gli piace essere pensato dagl'altri. Manuel Roca, quello che si sveglia alle 5 della mattina per passare delle gradevoli ore in sella alla sua bici. Quello che ad una ragazza preferisce ore in solitudine a costruire pensieri e filosofie come ragnatele che tesse con passione. Idee e modi di vedere discordanti da quelli che sono i modelli seguiti dalla massa. A Manuel Roca piace considerarsi cosi, nello stesso modo in cui Luigi Masetti piaceva vivere sulle strade di mezzo mondo. Manuel Roca non avrebbe idolatrato Luigi Masetti perche' non gli piace proprio l'atto di idolatrare le persone ma sicuramente gli sarebbe piaciuto far qualche km al suo fianco per farsi aiutare, anche solo per pochi minuti, a tessere la ragnatela della sua filosofia di vita, in bici.

domenica 21 giugno 2009

Riposo (2)

Altro giorno di riposo per Manuel Roca sulla strada di Pecol. Non era programmata e non e' stata causata dal maltempo o da altro. L'origine di questa 'pecca' e' stata la veneziana che ieri sera Manuel Roca ha montato alla finestra della sua stanza. Il problema non e' stato il trapano che, bene o male, Manuel Roca sa usare, la complicazione e' nata quando, per sbaglio, ha tagliato le cordicelle che tenevano tutte le parti della veneziana insieme. A quel punto Manuel Roca ha dovuto fornirsi di tutta la sua pazienza ed infilare le cordicelle negl'appositi passanti per fare in modo che tutto funzionasse. Lato destro, lato sinistro. Alla fine, Manuel Roca e' andato a letto a tardi, nervoso e con poca voglia d'alzarsi presto per fare un'ora di bici prima d'andare al lavoro.
Alla fine ha dovuto accettare la situazione e starsene buono buono in officio in attesa del domani dove lo aspetta una lunga giornata in sella. Malgrado la giornata paciosa, Manuel Roca non s'e' fatto tentare dal cibo, o meglio, ha mangiato il giusto per prepararsi alla due giorni che lo aspetta. In fatti, domani e dopo avra' occasione di starsene in sella, forse, per un totale di dieci ore.

sabato 20 giugno 2009

Riposo

Scrive dal lavoro Manuel Roca, scrive guardando alla grande finestra di fronte a lui che mostra un cielo grigio a tratti piovoso.
Oggi niente bici e niente corsa, solo riposo dopo 4 giorni di allenamenti.

venerdì 19 giugno 2009

Dubbio

E' uscito in bici questa mattina Manuel Roca facendo un po' di ripetute in pianura. Rispetto a ieri stava molto meglio e l'ora e mezza percorsa e' stata fatta di buon lena. Di sera e' anche uscito a correre a piedi senza quasi mai forzare. Solo nel finale ha voluto aumentare il passo Manuel Roca e per un attimo ha pensato d'aver stirato un muscolo della gamba destra. In effetti non sa veramente se il muscolo e' stirato o meno, sa solo che gli crea un po' di fastidio quando cammina. Martedi e' prevista la sua prossima uscita dove capira' l'entita' del danno.
Il resto della giornata Manuel Roca l'ha passata seduto in ufficio. Una giornata che e' passata via abbastanza velocemente con il pensiero rivolto al giorno dopo, di nuovo al lavoro.

giovedì 18 giugno 2009

Feeble legs

This morning Manuel Roca went out cycling for the first time after his return from Italy where he attended his friend Herbert Fanucci's wedding. He had feeble legs and, phisically, he felt very tired. Manuel Roca thinks that the cause of it derives from his running sections he carried out on the two previous nights. His legs were not prepared to cope with the work they were asked to accomplish. Il tempo era abbastanza bello anche se un leggero vento alle volte rendeva la vita difficile a Manuel Roca. Ha fatto fatica Manuel Roca, tanta fatica che perfino un uomo sulla cinquantina l'ha passato in un pezzo di strada completamente piatto. Ha pensato, Manuel Roca che questa era la prima volta che succedeva da quando vive a Mato Rujo.
Mentre tornava a casa Manuel Roca cercava i motivi di questa sua stanchezza e credeva di trovarne la causa nel suo recente viaggio in Italia. Le poche ore di sonno, il mangiare ed il bere degl'ultimi due giorni non ha aiutato. Visto l'andazzo, ha deciso Manuel Roca di non uscire a correre stasera e di riprovare la bici domattina. La strada verso la sua gara a Pecol e' ancora lunga.
Tra le altre cose, ieri sera Manuel Roca ha mangiato mezzo pacchetto di tarallucci che questa mattina si son sentiti nel girovita che a questo punto della stagione dovrebbe essere piu' secco di come e'.

lunedì 15 giugno 2009

Operazione ritorno

E' giunto il momento di lasciare Mato Rujo? L'anno scorso di questi tempi cominciavo a pensare che prima o poi me ne sarei andato. Adesso credo che sia giusto che cominci a fare qualcosa per muovermi coscientemente. L'idea e' quella di fare uno sforzo ulteriore per imparare la lingua in maniera piu' dettagliata possibile per poi andare a sfruttare questa conoscenza da qualche altra parte. Sono parecchi anni che penso ad una casa in Berbenno. Non sarebbe male fissare quel posto come l'avverarsi di un sogno.

domenica 7 giugno 2009

Pioggia

Giornata di pioggia in bicicletta. Quando Manuel Roca s'e' svegliato questa mattina alle 5 e 20, il cielo era grigio come un topo ma non mandava acqua. Per questo Manuel Roca ha deciso di mangiare qualcosa velocemente ed uscire in bici per quanto possibile. Ha riempito la scodella dei cereali come se dovesse stare fuori per parecchie ore ma ne ha mangiata solo meta' nel caso i cereali non venissero tutti bruciati durante l'uscita. Appena partito ha cominciato una leggera piogerellina che a tratti era semplicemente sputi in balia del vento. A tratti non c'erano neanche quelli. L'umore di Manuel Roca e' cambiato velocemente per il fatto che capiva che sarebbe potuto stare fuori abbastanza a lungo per bruciare almeno la colazione. Appena dopo le 7 e 30 Manuel Roca ha trovato l'amico Penkish e con lui e' stato fuori fino alle 9 e 45. Alla fine per Manuel Roca sono state piu' di 3 ore e mezza in bici. L'uscita e' stata caratterizzata da due avvenimenti particolari, una foratura e la forte pioggia durante gli ultimi 20 minuti. Qualcosa per dare un po' di colore a delle uscite che a volte sembrano tutte identiche.
Nel pomeriggio Manuel Roca s'e' messo comodo sul divano a leggere un po' del libro di Luciana Littizzetto La Jolanda Furiosa e a vedere due film. Il primo e' Che: part one mentre il secondo e' Anvil: the storu of Anvil. Tutte e due i film hanno un legame speciale con il passato di Manuel Roca. Infatti, quando Manuel Roca mise piede nei suoi anni della ragione divenne da subito un'ammiratore di Che Guevara leggendo parecchi libri che lo riguardavano e andando alla ricerca di materiale che lo riguardasse. Ricorda ancora Manuel Roca la bandiera rossa con l'effige del Che appesa in camera a controbilanciare la bandiera degli Slayer e dei loro simboli nazisti che bendeva poco lontano. Gli Anvil sono stati uno dei gruppi che Manuel Roca ascoltava maggiormente un 15 anni fa. Ricorda ancora l'LP Metal on Metal che ancora oggi sta nella sua stanza in Italia.
Un bel pomeriggio quello di Manuel Roca che collegato al filo conduttore della memoria ha potuto riportare alla luce alcuni momenti felici dei suoi anni passati.

sabato 6 giugno 2009

Aspettando

Aspetta Manuel Roca. Seduto sul sofa con il laptop sulle gambe, guarda le ultime news, le previsioni del tempo ed eventuali e-mail ricevute. Aspetta che la pioggia cessi e che finalmente possa uscire in bicicletta. Non e' contento di questo cielo di lacrime che per il momento lo constringe in casa ma se ne fa una ragione. Ultimamente il tempo a Mato Rujo e' stato eccezionalmente bello, caldo e soleggiato che Manuel Roca s'e' pure abbronzato. Ma ora il cielo sembra mostrare il lato peggiore. Ieri, stessa storia. Manuel Roca era uscito ma per colpa di qualche goccia dal cielo aveva preferito tornarsene a casa e buttarsi sotto le coperte. Solo piu' tardi, quando s'e' svegliato, Manuel Roca s'e' reso conto che di pioggia non ne era scesa. Il resto del giorno Manuel Roca l'ha passato in compagnia di un sentimento di rammarico per la mancata uscita.
Oltre il rammarico, ieri e' stato il giorno in cui l'Atalanta ha scelto chi guidera' la squadra nel prossimo campionato; sara' Angelo Gregucci. Non ha fatti salti di gioia per la scelta ma come sempre in questi casi bisogna aspettare prima di giudicare. Lo sa Manuel Roca che non aveva fatto salti di gioia nemmeno quando a Bergamo arrivo Gigi Del Neri che poi si rivelo' uno dei migliori allenatori di sempre a sedere sulla panchina della Dea. All'inizio del campionato manca tutta un'estate che con il gran caldo portera' anche un gran parlare del nuovo allenatore. Manuel Roca non vuole giudicarlo prima d'aver visto come si comporta la squadra in campo. E poi, e' arrivato Simone Tiribocchi, attaccante. Non lo conosco ma da quanto leggo sul Web non dev'essere affatto male. Come sopra, prima di giudicare dobbiamo vedere come s'inserisce e si comporta in campo.
Sono quasi le 4 del pomeriggio e la giornata ha preso un adirezione completamente diversa da quella su cui era iniziata. Manuel Roca e' uscito a correre a piedi per un ora e mezza per cominciare e, una volta tornato a casa, s'e' cambiato ed e' partito in bici. Ora nelle gambe ci sono i segni della stanchezza. Erano infatti 3 settimane e mezza che Manuel Roca non usciva a piedi e le gambe non erano abituate a tale sforzo. Di conseguenza in bici ha sofferto. Forse una mancanza di zuccheri bruciati nella corsa o forse le gambe che non erano pronte per un doppio lavoro. Sta di fatto che Manuel Roca e' tornato a casa stanco, ha mangiato qualcosa e s'e' buttato sul letto per alleviare il peso della fatica.